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Obesità, diabete e periodontiti: scoperta correlazione con il microbiota orale

Perché le infiammazioni orali batteriche come le periodontiti sono frequenti nei soggetti obesi? Una ricerca tedesca prova a dare risposta.
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Obesità, diabete e periodontiti: scoperta correlazione con il microbiota orale

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Stato dell'arte
È ancora da chiarire se il microbiota orale possa essere o meno il legame tra diabete di tipo 2, obesità e periodontiti.
Cosa aggiunge questa ricerca
Lo scopo dello studio è stato quello di verificare se il controllo glicemico e l’obesità siano in grado di influenzare la composizione e la diversità del microbiota orale.
Conclusioni
L’obesità è significativamente associata con la composizione batterica orale. Una correlazione più debole è stata invece osservata con il controllo glicemico.

In questo articolo

Che un soggetto obeso abbia anche il diabete è cosa molto probabile considerando gli aspetti clinici ed eziologici delle due condizioni. Ma perché in queste persone sono così frequenti anche infiammazioni della cavità orale indotte da batteri, come le periodontiti?

Ha provato a rispondere al quesito il team di ricercatori coordinato da Jonathan Tam della Medical Faculty Carl Gustav Carus in Germania.

Mentre il legame tra obesità, diabete e componente batterica intestinale è stato ampiamente studiato sia in vivo sia nell’uomo, poco si conosce del possibile coinvolgimento del microbiota orale in entrambe le circostanze.

Lo scopo di questo studio, di recente pubblicazione su PLOS ONE, è stato quindi quello di verificare se il controllo glicemico di soggetti con diabete di tipo 2 e lo status di obesità siano in grado di influenzare la composizione e la diversità del microbiota orale e, di conseguenza, l’insorgenza di patologie infiammatorie batteriche locali, come per esempio le periodontiti.

Per fare ciò sono stati coinvolti 18 soggetti diabetici, obesi (BMI ≥30 kg/m2) e non, dai quali sono stati prelevati campioni ematici e di microbiota orale (salivare e sub-gengivale/placca). Tutti i partecipanti sono stati inoltre sottoposti a un controllo periodontale completo durante il quale è stata accertata la presenza o meno di periodontite in corso ovvero uno stato infiammatorio indotto da batteri che, se non trattato, comporta la progressiva distruzione del tessuto connettivo peri-dentale e dell’osso alveolare.

Dalla visita e dall’analisi del materiale raccolto sono emersi i seguenti risultati generali:

  • dei 18 soggetti inclusi, 17 hanno presentato periodontite in forma moderata o grave
  • considerando sia i campioni di placca sia quelli salivari sono stati identificati un totale di 386 OTUs, 358 dei quali condivisi tra i due siti benché la maggioranza sia a livello di saliva
  • all’inizio dello studio la distribuzione di ricchezza batterica a livello di specie è risultata significativamente differente tra placca e saliva
  • i 6 phyla più abbondanti nei campioni di placca sono, nell’ordine, Bacteroidetes (34.63%), Firmicutes (24.71%), Fusobacteria (22.40%), Proteobacteria (9.13%), Spirochaetes (3.42%) e TM7 (2.87%)
  • l’ordine di espressione è leggermente diverso a livello salivare con Firmicutes (35.23%), Bacteroidetes (28.58%), Proteobacteria (17.59%), Fusobacteria (11.27%), TM7 (2.39%) e Spirochaetes (1.78%)

Glicemia e composizione del microbiota orale

Dopo un inquadramento generale, i ricercatori si sono concentrati sulla valutazione dell’eventuale relazione tra controllo glicemico e composizione del microbiota orale.

Né il fattore di correlazione Spearman né l’analisi LEfSe hanno riscontrato alcuna associazione staticamente significativa tra glicemia e composizione o diversità di specie batterica.

Sei dei 18 pazienti sono stati selezionati per una seconda valutazione, dopo aver mostrato un miglioramento significativo del controllo glicemico a 3 mesi dall’inizio dello studio con una riduzione media dei valori di emoglobina glicata (HbA1c) dell’1.57%.

In particolare, è stata ricercata la correlazione con la comunità batterica prima e dopo il miglioramento glicemico.

Ancora una volta, sia nei campioni salivari sia in quelli di placca non è risultata alcuna differenza significativa in termini di ricchezza o diversità batterica.

Obesità e composizione del microbiota orale

Al fine di analizzare la presunta correlazione tra peso corporeo e composizione batterica orale, la tecnica LefSe e l’indice di correlazione di Spearman sono stati nuovamente applicati, confrontando soggetti obesi e non.

  • il phylum Firmicutes ha registrato un’abbondanza di quattro volte superiore nei pazienti obesi rispetto ai non obesi
  • correlazione negativa e statisticamente significativa è stata dimostrata tra BMI e ricchezza/diversità batterica soprattutto nei campioni di placca

In conclusione, nonostante i limiti della ricerca, come la mancanza di un gruppo di controllo, sulla base di questo studio possiamo affermare che c’è una associazione tra l’obesità e la composizione batterica orale, mentre la correlazione è più debole per il controllo glicemico.

Silvia Radrezza
Laureata in Farmacia presso l’Univ. degli Studi di Ferrara, consegue un Master di 1° livello in Ricerca Clinica all’ Univ. degli Studi di Milano. Borsista all’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS dal 2017 al 2018, è ora post-doc presso Max Planck Institute of Molecular Cell Biology and Genetics a Dresda (Germania).

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