Il cancro al polmone è la principale causa di morte correlata al cancro, ma un caso su quattro della malattia si verifica nei non fumatori. Un nuovo studio mostra che il tipo e il numero di specifici batteri presenti nella bocca sono associati a un aumentato rischio di sviluppare il cancro ai polmoni nei non fumatori.
I risultati, pubblicati su Thorax, forniscono ulteriori informazioni sui fattori di rischio associati al cancro ai polmoni nelle persone che non hanno mai fumato.
Tumore al polmone e fattori di rischio
Fattori come il fumo passivo, l’inquinamento atmosferico e la storia familiare di tumore ai polmoni possono spiegare soltanto in parte il dato secondo cui quasi il 25% dei casi di tumore ai polmoni si verifica nei non fumatori.
Il microbiota della bocca è stato associato a un aumentato rischio di varie neoplasie, incluso quelle del distretto testa-collo, ma al momento non è chiaro se i microbi che risiedono nel cavo orale possano contribuire in qualche modo anche al rischio del carcinoma polmonare.
Per rispondere a questa domanda, i ricercatori guidati da Dean Hosgood dell’Albert Einstein College of Medicine di New York hanno analizzato il microbiota della bocca di 228 individui sani e non fumatori, metà dei quali, nell’arco di 10 anni, ha sviluppato il cancro ai polmoni.
Batteri della bocca possibili biomarker tumorali
I ricercatori hanno raccolto campioni di saliva dai partecipanti allo Shanghai Women’s Health Study e allo Shanghai Men’s Health Study.
Tutti i partecipanti allo studio non hanno mai fumato e la loro salute è stata monitorata ogni 2-3 anni tra il 1996 e il 2006.
Il team di studiosi ha anche raccolto informazioni sullo stile di vita degli individui, la dieta, la storia medica e altri fattori ambientali che potrebbero influenzare il rischio di malattia.
In media, in circa sette anni, 90 donne e 24 uomini hanno sviluppato il cancro ai polmoni. I ricercatori hanno confrontato il microbiota orale di questi individui con quello di 114 non fumatori della stessa età e sesso, che avevano livelli simili di istruzione e storie familiari di cancro ai polmoni.
L’analisi ha rivelato che il microbiota della bocca differiva tra i due gruppi: quelli che avevano una gamma più ampia di specie batteriche nel loro microbiota e livelli aumentati di specie Bacteroidetes e Spirochaetes erano a minor rischio di sviluppare il cancro ai polmoni, mentre le persone con livelli elevati di Firmicutes correvano un maggior rischio. In particolare, una maggiore abbondanza di Spirochaetiao e di Lactobacillales è risultata associata rispettivamente a un minor e a un maggior rischio di cancro.
Causa o conseguenza?
«Non è chiaro se il microbioma orale individuato in questo (e altri) studi epidemiologici rappresenti un agente eziologico o solo un marker di malattia o dell’attività immunitaria», scrive David Christiani dell’Università di Harvard in un editoriale che accompagna lo studio.
«Nel primo caso sarà importante capire se il microbioma orale colonizza effettivamente il microbioma polmonare e quindi possa agire a livello locale» spiega il ricercatore.
David Christiani osserva inoltre che i batteri della bocca possono causare infiammazioni croniche, aumentare la proliferazione cellulare e inibire la morte cellulare, il che potrebbe contribuire ad aumentare il rischio di cancro ai polmoni.
Ma i risultati sollevano anche diverse domande: quanto è stabile nel tempo il microbioma orale umano? Se il microbioma orale umano varia nel tempo, cosa determina tale variabilità? In che modo fattori ambientali, come l’esposizione agli inquinanti atmosferici, influiscono sul microbioma orale (e polmonare)?
I ricercatori dello studio affermano che precedenti ricerche condotte su donne non fumatrici in Cina hanno dimostrato un legame tra una minore diversità batterica nei campioni di saliva e un aumento del rischio di cancro ai polmoni.
«Nonostante il numero di studi pubblicati in letteratura sia ancora limitato (seppur in crescita), i dati ottenuti dai diversi studi suggeriscono che la diminuzione della diversità microbica e l’aumento nel tratto respiratorio dell’abbondanza di taxa del phylum Firmicutes, e più specificamente dei Lactobacillales, possono essere associati a un aumento del rischio di cancro ai polmoni» concludono i ricercatori.