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Neonati: il microbiota intestinale inizia a formarsi dopo il parto

La colonizzazione batterica intestinale sembrerebbe iniziare solo con il passaggio nel canale vaginale e/o il contatto con la pelle materna.
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Neonati: il microbiota intestinale inizia a formarsi dopo il parto

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Stato dell'arte
La colonizzazione dell’intestino umano da parte di microrganismi impatta significativamente il metabolismo e l’immunità dell’ospite. Quando questo abbia inizio rimane però poco chiaro.
Cosa aggiunge questa ricerca
Scopo dello studio è stato quello di validare un’eventuale presenza batterica nel meconio fecale prima della nascita collezionando campioni durante parto cesareo d’elezione e confrontandolo con quello neonatale e con quello fecale a sei mesi.
Conclusioni
Il meconio fetale non ha mostrato alcuna presenza batterica registrabile, suggerendo come la colonizzazione intestinale avvenga solo durante e dopo la nascita.

In questo articolo

La colonizzazione batterica intestinale sembrerebbe iniziare solo con il parto e dopo la nascita. Nessuna presenza registrabile di microrganismi, infatti, nel meconio fetale.

È quanto dimostrano Katherine M. Kennedy e colleghi della McMaster University (Hamilton, Canada) in uno studio recentemente pubblicato su Nature Microbiology.

Microbiota fondamentale per lo sviluppo del neonato

La prima colonizzazione batterica intestinale è uno step fondamentale per la salute dell’ospite influenzandone metabolismo e immunità per tutto il corso della vita.

Per capire però meglio come questo processo sia relazionato alla salute dell’ospite è importante approfondire quando cominci. Numerosi studi hanno dimostrato la presenza di DNA batterico nella placenta e nel fluido amniotico suggerendo come, per stretto contatto con il feto, la colonizzazione intestinale possa iniziare durante la gestazione.

I risultati a riguardo sono però controversi. A questi si aggiungono studi condotti sul meconio “di primo passaggio” raccolto subito dopo la nascita con, però, il rischio di contaminazione durante la nascita.

Meconio fetale privo di batteri?

I ricercatori hanno quindi qui analizzato il meconio fetale (quindi prima della nascita) confrontandolo con quello “di primo passaggio” e fecale a sei mesi dalla nascita. Per farlo, dopo la messa a punto della procedura di intervento, sono stati prelevati campioni di meconio (eSwab) da 20 gestanti con parto cesareo d’elezione e 14 neonati (9 nati con parto naturale, 8 con cesareo). A questi si aggiungono controlli negativi ossia tamponi esposti all’aria durante il parto cesareo.

Dalla messa in coltura di tutti questi campioni e l’indagine mediante il sequenziamento genico (16s rRNA) si è visto come:

  • dei 20 campioni di meconio, 7 sono risultati negativi sia in culture aerobie sia in quelle anaerobie dopo 120 ore. Tre hanno invece mostrato presenza di ceppi in anaerobiosi (campione M208, S. epidermidis; campione M210, P. acnes; campione M217, P. acnes), uno di aerobiosi (campione M219, S. epidermidis)
  • nonostante la crescita di S. epidermidis in condizioni sia aerobie sia anaerobie, solo tre campioni di meconio ne hanno mostrato l’effettiva presenza in entrambe le tipologie di coltura, cinque invece in una delle due
  • amplificando il materiale genetico con PCR (Polymerase Chain Reaction), i campioni di meconio fetale hanno mostrato profili comparabili ai controlli negativi, maggiore espressione e variabilità invece nel meconio di primo passaggio per arrivare ai valori più alti nei campioni fecali di neonati a sei mesi
  • in termini di alpha-diversity il meconio fetale ha registrato i valori più bassi e, ancora una volta, in linea con i controlli negativi. Nessuna differenza significativa tra meconio neonatale e feci a sei mesi
  • risultati simili per la beta-diversity, analoga tra meconio fecale e controlli e tra meconio neonatale e fecale
  • pur con una ridotta espressione, tra i generi prevalenti del meconio fecale (e presenti anche nei controlli) troviamo Halomonas, Rhodanobacter e Pseudomonas. Non registrati nei controlli ma solo nei campioni di meconio fetale invece Bacteroides e Staphylococcus (entrambi in 4 dei 20 campioni). Solo Bacteroides ha mostrato però consistenza in tutti i 40 cicli di PCR.

Conclusioni

Per concludere quindi, in questo studio è stato investigato il microbiota del meconio prima e dopo la nascita con particolare attenzione a possibili contaminazioni.

Nonostante non sia stato possibile provare la totale assenza batterica nel meconio fetale, considerando anche le possibili limitazioni del metodo di indagine, la colonizzazione intestinale intra-uterina sembrerebbe da escludere.

Il passaggio nel canale vaginale e/o il contatto con la pelle materna, altra fonte batterica, risulta quindi il punto di partenza per la formazione del microbiota.

Silvia Radrezza
Laureata in Farmacia presso l’Univ. degli Studi di Ferrara, consegue un Master di 1° livello in Ricerca Clinica all’ Univ. degli Studi di Milano. Borsista all’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS dal 2017 al 2018, è ora post-doc presso Max Planck Institute of Molecular Cell Biology and Genetics a Dresda (Germania).

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