La nostra pelle è fisiologicamente popolata di batteri. Di recente, un gruppo di ricercatori ha identificato un ceppo batterico derivato dalla pelle umana sana che potrebbe essere utilizzato per trattare la dermatite atopica, la forma più comune di eczema.
I risultati, pubblicati su Nature Medicine, mostrano che la somministrazione del ceppo batterico appena identificato potrebbe rappresentare un approccio terapeutico sicuro per la dermatite atopica. «Questo è stato uno studio sulla sicurezza», afferma il ricercatore senior Richard Gallo della University of California, a San Diego. «Abbiamo osservato esattamente quello che speravamo di trovare. L’eczema dei partecipanti che hanno ricevuto il trattamento batterico è migliorato e non ci sono stati eventi avversi», spiega il ricercatore.
Dermatite atopica, manca una cura definitiva
La dermatite atopica è una malattia infiammatoria cronica che rende la pelle arrossata e pruriginosa.
Quasi 18 milioni di persone negli Stati Uniti sono affette da questa patologia e, sebbene i trattamenti farmacologici e le soluzioni di automedicazione riescono in qualche modo a “tamponare” la situazione, alleviando il prurito, non esiste ancora una cura per questa condizione.
È già stato dimostrato in diversi studi che un ceppo patogeno del batterio Staphylococcus aureus può peggiorare alcune condizioni cutanee, incluso l’eczema.
Per identificare un approccio sicuro ed efficace per prevenire la crescita di S. aureus, Richard Gallo e il suo team hanno esaminato più di 8.000 ceppi di stafilococchi derivati dalla pelle di persone senza dermatite atopica.
Staphylococcus hominis A9 nella dermatite atopica
Tra i ceppi batterici che hanno inibito la crescita di S. aureus, i ricercatori hanno identificato un ceppo, chiamato Staphylococcus hominis A9, che ha dimostrato di essere praticamente innocuo per la pelle e di resistere agli antibiotici. Il batterio è inoltre in grado di inibire l’espressione di una tossina prodotta normalmente da S. aureus, che promuove l’infiammazione.
Il team di ricercatori ha poi testato la somministrazione di Staphylococcus hominis A9 come batterioterapia per trattare un modello murino di eczema.
I ricercatori hanno mescolato il batterio con una lozione inodore e hanno applicato la miscela ai topi due volte al giorno.
Dopo tre giorni di trattamento, gli animali hanno mostrato una minore infiammazione e una ridotta colonizzazione cutanea da S. aureus.
I risultati sulla sicurezza
Successivamente, i ricercatori hanno arruolato 54 persone con dermatite atopica in uno studio clinico di fase 1. Per una settimana, è stata applicata sulla pelle dell’avambraccio dei partecipanti una crema contenente una miscela di Staphylococcus hominis A9 e una lozione inodore.
Sebbene la gravità dei sintomi dell’eczema non differisse in misura significativa tra i partecipanti trattati con Staphylococcus hominis A9, i ricercatori hanno osservato una diminuzione del DNA di S. aureus sulla pelle dei partecipanti allo studio.
Inoltre, è stato osservato che, nonostante Staphylococcus hominis A9 non abbia ucciso tutti i ceppi di S. aureus, il batterio ha inibito l’espressione della tossina infiammatoria prodotta da S. aureus.
Dei 54 partecipanti allo studio, due terzi hanno mostrato miglioramenti nei loro sintomi, tra cui una riduzione del prurito e dell’infiammazione della pelle, senza segnalare eventi avversi. «Queste osservazioni dimostrano la sicurezza e i potenziali benefici della batterioterapia per la dermatite atopica» affermano i ricercatori.
Conclusioni
«Questo studio ha testato un approccio unico per contrastare con batteri benefici lo Staphylococcus aureus presente sulla pelle di chi soffre di dermatite atopica», afferma il coautore dello studio Donald Leung.
«La nostra speranza è che questo trattamento aiuti i pazienti con eczema a liberare la loro pelle dai batteri nocivi che causano l’infiammazione».
Studi futuri valuteranno se la crema potrà essere utilizzata per lunghi periodi di tempo per alleviare i sintomi dell’eczema e migliorare la qualità della vita dei pazienti.