Più del 50% delle donne ha sofferto di un’infezione delle vie urinarie nel corso della propria vita e circa la metà di quelle in post-menopausa ha sperimentato più di due infezioni in un periodo di sei mesi.
Una nuova ricerca indica che le cistiti ricorrenti e gli estrogeni possono modellare il microbiota urogenitale delle donne in post-menopausa. I risultati, pubblicati su Cell Reports Medicine, potranno inoltre favorire lo sviluppo di nuovi trattamenti per le infezioni delle vie urinarie ricorrenti.
Infezioni delle vie urinarie e batteri resistenti
Le cistiti ricorrenti sono spesso trattate con antimicrobici, ma il numero di infezioni urogenitali causate da batteri resistenti alla maggior parte degli antibiotici di prima linea è in aumento.
Sono quindi necessari approcci terapeutici alternativi per migliorare l’esito clinico e la qualità della vita delle donne con infezioni ricorrenti alle vie urinarie.
Nell’ultimo decennio, diversi studi hanno dimostrato che il microbiota urogenitale può svolgere un ruolo in queste infezioni. Per studiarlo più nel dettaglio, Nicole De Nisco della University of Texas e i suoi colleghi hanno deciso di analizzare campioni di urina di 75 donne in post-menopausa.
Menopausa e cistiti
I ricercatori hanno combinato l’urinocoltura con il sequenziamento del DNA, rilevando un totale di 276 specie di batteri, archaea e funghi, appartenenti a 106 generi.
I batteri rappresentavano oltre il 99% del microbiota urogenitale, con Firmicutes, Actinobacteria, Proteobacteria e Bacteroidetes che dominavano la comunità microbica.
I ricercatori hanno rilevato nel microbiota urogenitale delle donne con una storia di cistite alti livelli di batteri che si trovano tipicamente durante un’infezione attiva, tra cui Escherichia coli uropatogeno, il microbo responsabile della maggior parte delle infezioni delle vie urinarie, Klebsiella pneumoniae, Enterococcus faecalis e Streptococcus agalactiae.
Al contrario, nel microbiota urogenitale delle donne senza cistite attiva, i ricercatori hanno rilevato principalmente i batteri Lactobacillus, Bifidobacterium, Gardnerella, Streptococcus, Staphylococcus e Actinobaculum.
Il team ha inoltre osservato che circa una donna su quattro senza cistiti attive aveva un’elevata abbondanza di Bifidobacterium e Lactobacillus nel microbiota urogenitale.
L’effetto degli estrogeni
I ricercatori hanno scoperto che i livelli degli estrogeni erano associati alla presenza di batteri Lactobacillus nel microbiota urogenitale.
D’altra parte, nel microbiota urogenitale delle donne con infezioni delle vie urinarie ricorrenti i ricercatori hanno identificato geni che conferiscono resistenza agli antibiotici di prima linea, come trimetoprim-sulfametossazolo, fluorochinoloni e nitrofurantoina.
«Questa ricerca fornisce una solida base per ulteriori studi meccanicistici sul ruolo del microbioma urogenitale nella suscettibilità alle infezioni delle vie urinarie ricorrenti e nella progressione della malattia. Questi studi saranno necessari per lo sviluppo di terapie alternative che tengano conto del ruolo del microbioma urogenitale nelle cistiti ricorrenti», concludono i ricercatori.